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GARGANO – Dalla Sicilia, incontrastato amore per l’affascinante Gargano

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GARGANOSul quotidiano on line “IlSitodiSicilia”, diretto da Giampiero Cannella, è stato pubblicato un interessante articolo della collega Silvia Scardino. Si tratta di un vero e proprio inno al Gargano che, probabilmente, la giornalista avrà visitato, rimanendone completamente ammaliata. 

Di seguito il testo del “pezzo” publicato oggi.

Magico Gargano tra leggende di sirene, echi delle canzoni di Lucio Dalla e mare cristallino. Per le vacanze estive gli italiani spesso scelgono mete esotiche, dimenticando che l’Italia offre luoghi meravigliosi per trascorrere le ferie, dove si può godere anche di buon cibo, servizi all’avanguardia e accoglienza calorosa. Tra questi luoghi meravigliosi che offre la Penisola, vi è il promontorio del Gargano, con Vieste, Peschici e le Isole Tremiti.

Suggestive anche le storie vere che si intrecciano con le leggende, come quella che riguarda Pizzomunno, il candido monolite di calcare che si erge solitario sulla lunga spiaggia di Vieste. Si narra che alcune malvagie sirene, per punire un bel pescatore di nome Pizzomunno, che non aveva ceduto alle loro lusinghe, trascinarono negli abissi Cristalda, l’innamorata dell’uomo ed egli, pietrificato dal dolore divenne una roccia. E secondo il racconto mitologico si dice che adesso, coloro che effettueranno un giro attorno al macigno, diventato emblema della località, vedranno esauditi i loro desideri, soprattutto in tema d’amore. E a pochissima distanza da Vieste si erge lo scoglio di Sant’Eufemia che ospita un faro di notevole importanza per la navigazione nel mediobasso Adriatico.

Sull’isolotto si trova una grotta con le incisioni votive impresse dai marinai di passaggio, per ingraziarsi la dea del mare Afrodite Sosandra, a partire dal III secolo a.C. e poi altre iscrizioni risalenti fino all’epoca medievale; lì vivono anche numerose caprette, una colonia di conigli selvatici e vi sono una miriade di piante di capperi. Sul litorale da Vieste a Peschici poi, ancora resistono e sono funzionanti alcuni tabucchi, ossia complicati marchingegni a picco sul mare, formati da reti calate facendo ricorso ad aste, pedane e carrucole. Al passaggio dei banchi di pesci, avvistati da chi stava abbarbicato ad un pennone in bilico sull’acqua, le reti venivano così abbassate e le prede catturate.

In passato almeno cinque, sei famiglie riuscivano a vivere vendendo il pescato, oggigiorno i cambiamenti dell’ecosistema hanno ridotto la presenza dei pesci e i cosiddetti “trabuccolanti” sono rimasti davvero in pochi, per la maggior parte anziani, mentre altri hanno preferito modificare il trabucco in un ben più redditizio ristorante. Vi sono però associazioni, come “La rinascita dei trabucchi storici” che cercano di mantenere viva, almeno nella memoria, questa particolare tradizione. Paesaggi mozzafiato anche a Peschici con le spiagge di Zaiana, San Nicola e Sfinale, le “ripe di porta au vascio” e il castello bizantino che si erge sul costone più alto a strapiombo sul mare, risalente al X secolo e ospita anche un museo delle torture.

E a Peschici si può incontrare l’anziana Filomena, che un tempo gestiva la trattoria “La pescatrice” e che adesso, sull’uscio di casa, racconta ai turisti di passaggio di quella volta che, senza neppure sapere chi fossero accolse e rifocillò due viandanti bagnati fradici che, mentre stavano andando in barca alle Isole Tremiti, erano stati costretti ad attraccare in una delle baie di Peschici a causa del maltempo. Filomena diede loro per cambiarsi gli abiti del marito morto da tempo, e uno dei due “naufraghi” commosso per il gesto della donna pianse: si trattava di Lucio Dalla mentre l’altro era Ron.

FB_IMG_1500409244322Per chi visita il Gargano, immancabile una puntatina alle Tremiti: cinque isolette a circa 12 miglia dalla costa, si tratta di San Nicola e San Domino, le uniche abitate, e poi Capraia, paradiso dei sub, lo scoglio argilloso di Cretaccio e Pianosa inaccessibile in quanto riserva marina integrale. A San Domino (dove si può anche decidere di arrivare in elicottero da Vieste), irrinunciabile un giro in barcone, magari in uno con il fondo trasparente, per fare il bagno nelle varie calette dalle acque azzurre e trasparenti. Tra queste la cala degli Inglesi, la cala dei Benedettini con i pini che sembrano pettinati dal vento di tramontana, la grotta del bue marino, la grotta di Diomede, la grotta delle Viole e l’architello diventato famoso per la pubblica dei Baci Perugina. I marinai poi, lungo il tragitto con i turisti che si destreggiano tra tuffi e nuotate, sono soliti narrare diverse storie dove cogliere il limite tra verità e leggenda è lasciato a discrezione di chi ascolta.

Si parla infatti di un galeone affondato, della rivendicazione del possesso del Tremiti da parte dell’ex dittatore libico Gheddafi e di due svizzeri, un saltato in aria e l’altro fuggito, autori di un attentato dinamitardo al radiofaro della Marina Italiana a Punta del Diavolo alla fine degli anni ’80. Ma, transitando in barca, si può scorgere, seminascosta dalla vegetazione, la villa appartenuta a Lucio Dalla e da dove il cantautore, osservando il mare, compose alcune delle sue canzoni più belle.

Nelle Tremiti, paradiso del Gargano, è ancora forte e vivido il ricordo dell’artista e nelle mura del paese sono collocate diverse mattonelle con scritte alcune frasi delle sue creazioni più famose. In giro per il centro abitato San Domino si può ancora vedere circolare il pick up appartenuto a Dalla e adesso di proprietà di uno dei suoi amici isolani.

E la gente del luogo è rimasta grata al cantautore che in vita contribuì molto all’incremento del turismo nell’arcipelago e che ogni anno organizzava un concerto soltanto ed esclusivamente per gli abitanti delle Tremiti e che non lesinava aiuti alle persone che avevano bisogno. San Nicola è invece nota come “l’isola al contrario” in quanto la roccia si trova sopra e il tufo alla base. Qui i monaci benedettini che vi risiedettero a lungo, tentarono, ma senza successo di effettuare un “taglio” di cui sono ancora visibili le tracce, per impedire gli assalti e i saccheggi dei pirati. In seguito arrivarono i cistercensi e per qualche periodo l’isola fu sede di una colonia penale dove fu rinchiuso, nel periodo del fascismo, anche il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini.

Da leccarsi i baffi anche la cucina del Gargano che vanta chef come Leonardo Vescera che dopo aver girato il mondo è tornato a Vieste e adesso propone ai clienti che si recano nel suo locale oltre 700 etichette di vini e prelibatezze come la crema di cipollotti e ostriche o gli spaghetti ai ricci con latte di mandorle e caffè. Ma non è da meno Domenico Cilenti che a Peschici gestisce l’albergo diffuso “Gli orti di malva” e il ristorante “Porta di basso” che prende il nome dal quartiere che ospita il locale, Tra le ghiottonerie che Cilenti cucina vi sono: il carpaccio di pescato con cetrioli, menta, agrumi e ravanelli; “pulp fiction” polpo in tempura con patate affumicate e datterini; una pasta sfoglia con crema pasticcera e marmellata di arance, tutto rigorosamente preparato con prodotti del territorio che personalmente lo chef sceglie dai contadini delle campagne vicine. E allora, per questo scorcio di fine estate, perché perché scegliere di andare lontano, quando il Gargano è pronto ad offrire cultura, natura e gastronomia?

Silvia Scardino – Il Sito di Sicilia

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