Attualità

VIESTE – Don Pasquale ricorda Mario Lavacca: “Non un semplice falegname, ma un artigiano del legno”

“Possiamo definirlo pellegrino universale che attinge l’esperienza di vita nello scrutare la terra,il mare,gli usi e costumi della tradizione,della storia nel luogo della sua vita.
Si alimentava dalla spinta vitale di una continua ricerca a partire da un amore viscerale che aveva verso la sua terra d’origine.
Non era un semplice falegname ma un artigiano del legno,un ebanista indoratore e restauratore amante della sua professione che esplicava senza clamore con l’umile impegno del quotidiano lavoro.
Il suo sapere si trasformava nel saper fare, arricchito da una ricerca sperimentale che diventava competenza nel realizzare artistici manufatti al servizio di ogni committente .
Il suo tempo libero lo dedicava alla sua famiglia e nel compassare il territorio della città di Vieste e del Gargano con l’intento di scoprire le radici nascoste degli antenati in quelle umili testimonianze sopravvissute e custodite avventuriosamente in questa terra marcata dal loro passaggio .
Non amava il clamore ma piuttosto la concentrazione del suo lavoro per rendere artisticamente bello e funzionale ciò che produceva.
La sua competenza nel legno era straordinaria, conoscendo la sua provenienza,la sua consistenza e compattezza,le sue venature,il suo colore lo destinava all’opera più appropriata .
Memore della maestà degli alberi da dove proveniva il legno,metteva tutte le cure perché continuasse agli occhi degli uomini,con diversa maniera nel suo operato,la sua esistenza nuova in una versione artistica ed elegante .
Basta guardare quanto ha prodotto in questa chiesa San Francesco,dove tutto parla di lui nel restauro e consolidamento delle pregiate opere lignee; dai banchi fino alle capriate; dalle artistiche cornici delle pregiate tele all’ indoratura sobria e misurata di tutte le suppellettili.
Non conosco il suo modo di pregare ma il cammino riflessivo e silenzioso nel pellegrinaggio,fatto insieme per diversi anni verso il santuario di San Michele arcangelo e soprattutto la preghiera fatto lavoro per me trova concretezza nella croce che si erge sul presbiterio dove in una composizione unica canta la gloria del Signore:” quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me”.
La Confraternita di sant’Antonio non ha fatto in tempo a dichiararlo confratello onorario,lo dichiara ora nella preghiera”.
don Pasquale Vescera

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