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Vieste verso la “carta degli oli”, l’assessore Carlino: “Puntiamo a valorizzare tutta la filiera”

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Con una superficie olivetata di oltre 1300 ettari e una produzione media annua di 1 milione di litri di olio extravergine, Vieste si pone tra le realtà olivicole più importanti del Mediterraneo. Ma sono ancora tanti i ristoranti che utilizzano poco il nostro olio, acquistandolo dalla grande distribuzione. Ecco il motivo che ha indotto l’amministrazione comunale ha puntare alla Carta degli Oli di Vieste. Un progetto redatto in collaborazione con la dottoressa Sabrina Pupillo, tecnologa alimentare del CNA.

Primo passo, un  percorso formativo per olivicoltori, frantoiani, ristoratori e chef della città . Un percorso che getterà le basi per una concreta valorizzazione della principale produzione agroalimentare viestana: l’olio extra vergine di oliva. Un progetto voluto dall’assessore all’agricoltura, Dario Carlino, che da sempre  riserva particolare attenzione nelle sue politiche al settore olivicolo-oleario. Gli incontri sono tenuti dal Prof. Tommaso Ganino  dell’Università di Parma e verteranno sulla gestione dell’oliveto per l’ottenimento di un prodotto di qualità.

“Una strategia per valorizzare il prodotto principe dell’agricoltura viestana, l’olio evo. Abbiamo pensato  – ha commentato Dario Carlino – di avviare un percorso che porti alla creazione di una carta degli oli di Vieste che possa essere usata dai ristoranti del posto, i quali non utilizzerebbero più  oli della grande distribuzione ma offrirebbero al cliente un’autentica esperienza culinaria partendo da un prodotto del territorio con caratteristiche peculiari e con diverse intensità di fruttato, amaro e piccante. Un prodotto per esaltare  i piatti, promuovere i produttori, dare uno slancio al settore olivicolo e rafforzare l’economia. Provvederemo a formare tutti gli attori della filiera coinvolti nel progetto, dagli olivicoltori ai ristoratori, agli chef, al personale di sala, passando dai frantoiani. Gli oli da inserire nella carta dovranno rispondere ai requisiti dell’extravergine sia dal lato chimico che da quello sensoriale”.

 

 

 

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