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“Il Gargano, motore del turismo di Puglia”, la lucida analisi di Gino Notarangelo (Federalberghi)

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foto: Matteo Nuzziello

La «Montagna del Sole» resta una delle mete turistiche più frequentate della Puglia e d’Italia, il promontorio circondato dal mare resiste nel complicato contesto attuale, segnato da crisi economica, inflazione, Covid, difficoltà a trovare lavoratori stagionali. Sul Gargano il flusso dei turisti scorre senza soluzione di continuità, con certezze che si mantengono immutate e sfumature che variano rispetto al recente passato.
Mentre Ferragosto si avvicina, è tempo di primi bilanci. «Siamo soddisfatti, contenti di come stanno andando le cose – dice Gino Notarangelo, presidente di Federalberghi Foggia e titolare del Gattarella Resort a Vieste -.  C’è stato un buon avvio, con entusiasmo, voglia di ripartire. Poi, il rialzo dei contagi ha determinato una nuova fase che abbiamo dovuto gestire, con annullamenti all’ultimo momento, e prenotazioni in extremis. Camere che in passato venivano occupate subito, adesso magari ci vengono richieste a stagione in corso. Ma, al di là di questo, ci sono buoni motivi per continuare ad impegnarsi in questo settore e guardare con fiducia al futuro. La nostra struttura si è specializzata nel turismo per famiglie e bambini, crediamo di aver fatto la scelta giusta».
Il Gargano, anche quest’anno, è la locomotiva del turismo in Puglia?
Per i dati ufficiali è presto, li avremo al termine della stagione. Credo che verranno fuori numeri non molto distanti da quelli del 2021, quando Vieste è stata la regina della regione per presenze: quasi 2 milioni. Rispetto al Salento abbiamo meno strutture turistiche ma molti posti letto in più. In provincia di Foggia non ci manca nulla: abbiamo sole, mare, montagna, laghi, siti culturali e religiosi.
C’è un problema caro prezzi sul Gargano?
Non direi. Ritocchi in linea con il resto della Puglia e delle altre regioni. Non capisco come in Inghilterra, secondo l’analisi del Post Office, si possa dire che la Puglia è tra le mete più care al mondo. È ridicolo. Questo periodo ricorda quello di quando passammo dalla lira all’euro, nessuno lo nega: le difficoltà per le famiglie ci sono, specie quelle con redditi più contenuti. Ma l’offerta turistica sul Gargano è varia e per tutte le tasche: si va dai campeggi ai resort>.
Anche a Vieste, Peschici e nel resto del Gargano si fa fatica a trovare lavoratori stagionali?
«Come ovunque, da Livigno a Mazara del Vallo. E al di là delle polemiche legate al reddito di cittadinanza, che resta uno strumento utile a mio parere, e da potenziare per chi ne ha davvero bisogno, non per chi ne approfitta per starsene a casa a non far nulla o per lavorare nell’illegalità. C’è stata un’era pre-Covid e un’epoca, adesso, post Covid. La pandemia ha cambiato completamente lo scenario, il nostro approccio alla vita e al tempo libero, per cui è sempre più difficile trovare persone disponibili a lavorare per soli 4 mesi, nonostante gli imprenditori siano disposti a tutto, sul piano economico, pur di reperire il personale che serve. A questo va aggiunto che siamo un Paese vecchio, dove si fanno pochi figli e quindi anche nel mondo del lavoro non c’è il ricambio necessario. È un periodo storico in cui dobbiamo trovare un nuovo equilibrio».
La criminalità nel Foggiano incide nello sviluppo del settore turistico?
«Non più che in altre aree della Puglia e del Sud, se penso ad esempio agli arresti dei giorni scorsi a Bari per estorsione ad un imprenditore del settore ricettivo. A Vieste c’è un’associazione antiracket che funziona, è un esempio. Bisogna denunciare se si ha a che fare con pressioni o minacce mafiose, solo così ci si sente davvero liberi».
L’imminente riapertura dell’aeroporto di Foggia può far decollare anche l’economia della Capitanata e il turismo?
«È una grande opportunità per tutti, che dobbiamo saper cogliere. Può segnare davvero la svolta per il nostro territorio, può aiutarci a intercettare turisti anche nel periodo invernale, puntando sui percorsi culturali, religiosi ed enogastronomici, visite ai frantoi e alle cantine. Bisogna fare squadra, i Comuni devono collaborare tra di loro. Finora eravamo tagliati fuori: per certe fette di mercato, quando non sei raggiungibile entro un’ora e mezza sei invendibile».
Altre idee per il futuro?
«Oltre a puntare sull’aeroporto, è necessario rivedere con la Regione la programmazione turistica: siamo in attesa da sette anni. Un nuovo sistema di promozione della nostra regione può aiutarci a rafforzarci, a farci conoscere di più e meglio anche all’estero».
Raffaele Fiorella – La Gazzetta del Mezzogiorno

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