Attualità

VIESTE – Un progetto green per salvaguardare la “duna” di Porticello

Il “cordone dunale” di Porticello

Un tempo caratterizzavano gran parte delle spiagge di Vieste, specie quelle sulla costa Nord. Poi, l’avvento del turismo, che ha richiesto la realizzazione di strutture turistico ricettive, in uno con l’abusivismo edilizio e una non lungimirante programmazione, ne hanno decretato la scomparsa quasi completa.

Ci riferiamo alla “dune” sabbiose che arricchivano le selvagge spiagge di “Scialmarino”, Molinella”, del “Convento”, del “Castello” con i loro “cotico erboso”, vale a dire quell’insieme di graminacee e di altre erbe che ne formavano un tappeto continuo, assai prezioso per l’ecosistema. Attualmente, di dune sabbiose ne sono rimaste ben poche. Una di queste, di rilevante interesse, è quella che insiste a ridosso della parte iniziale della spiaggia di “Porticello”, località che i viestani (almeno quelli un po’ più avanti con gli anni) conoscono come “i rnazz” e che si attraversa, in particolare, durante il pellegrinaggio a Santa Maria di Merino, allorquando la Madonna lascia la strada carrozzabile e si spinge sulla spiaggia di “Scialmarino”.

L’Amministrazione comunale ha ora deciso di salvaguardare queste dune, quale “testimonianza storica” di quelle che in passato arricchivano i nostri arenili. In tal senso ha approvato, con delibera n. 81, un interessante progetto, redatto dal dott. Luigi Vaira, dirigente del Settore Ambiente, finalizzato a “proteggere il cordone dunale presente in località Porticello, che in tempi passati caratterizzava tutto l’arenile di Scialmarino”. La protezione della duna, si legge nella relazione che accompagna il progetto “si rende necessaria in quanto, durante la stagione estiva, si verifica, sul margine dunale superiore, un parcheggio incontrollato di autoveicoli ed un attraversamento dei turisti tramite il cordone dunale che determina un progressivo danneggiamento della medesima duna e del cotico erboso esistente.  L’intervento programmato, è specificato, non prevede alcuna movimentazione di terreno e l’alterazione dello stato dei luoghi, in quanto i manufatti saranno fissati nel terreno a secco oppure poggiati per terra”.

Il progetto, per il quale si prevede una spesa complessiva di circa 20 mila euro, contempla, anzitutto, la pulizia a mano di tutta l’area; il posizionamento di una rastrelliera portabici in legno, fissata a secco per terra; la delimitazione del perimetro della duna, in adiacenza della strada, con una staccionata in legno fissata a secco a terra; la delimitazione del percorso pedonale attraverso la duna, con una staccionata in legno fissata a secco a terra; i posizionamento nell’area di panche in legno, sempre fissate a secco a terra; i posizionamento di cestini gettacarte in legno ugualmente fissati a secco a terra.

In definitiva, quella che si verrà a creare sarà una piccola oasi naturale, lasciata alla spontanea evoluzione, plasmata dal vento e dagli altri agenti atmosferici, a ricordo dell’innata bellezza dei nostri arenili.

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