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Caccia – mancanza di segnali di divieto nel Parco del Gargano

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Cacciatori vengono scambiati per bracconieri. Nei giorni scorsi è capitato a un imprenditore del centro sipontino lungo il tratturo Fiore in agro di Manfredonia con il fucile a spalla e il suo cane“

Alessandro Manzella, commissario territoriale Enelcaccia di Manfredonia, denuncia ancora una volta “l’ennesimo abuso che purtroppo subiscono i cacciatori, per la totale assenza di segnali di divieto nel nostro territorio. La mancanza di cartelli lungo il perimetro delle aree protette a causa del quale anche i cacciatori in possesso di un titolo di polizia (porto d’armi) vengono talvolta fermati perché ritenuti bracconieri”.
Manzella ricorda che “qualche anno fa accadde a due cacciatori di Manfredonia sorpresi dal personale della Forestale a esercitare attività venatoria “all’interno del Parco nazionale del Gargano” e per questo denunciati con relativo sequestro delle armi e munizioni. Due neofiti della caccia ai quali, come riconosciuto in attenuante dal Giudice che li ha assolti per non aver commesso il fatto, mancava quella conoscenza profonda del territorio che appartiene ai veterani, ma che erano stati tratti in inganno anche dalla mancanza di tabellazione lungo entrambe i lati tra la strada San Severo e San Nicandro che stavano percorrendo dove, come confermato dallo stesso ispettore del Corpo Forestale chiamato a deporre, effettivamente non c’erano cartelli”
Nei giorni scorsi è capitato a un imprenditore del centro sipontino lungo il tratturo Fiore in agro di Manfredonia con il fucile a spalla e il suo cane: “Sono bastati pochi metri percorsi in un territorio vastissimo – che dall’ultima zona libera a dove inizia la zona vietata non vi è alcun segnale che faccia capire che non si possa cacciatore, ne’ una differente vegetazione, che faccia comprendere ciò – per trovarsi di fronte due Carabinieri forestali, Raggruppamento Carabinieri Parchi -Reparto P.N. del Gargano- “lago salso” Manfredonia, che erano nascosti proprio sul confine del parco, per contestare e procedere al sequestro del fucile con tre cartucce. Oggi il cacciatore fermato, si ritrova con il decreto di convalida di sequestro armi e munizioni art. 355 comma 2 c.p.p. e informazione di garanzia art. 369 c.p.p. Procura della Repubblica presso il tribunale di Foggia”
Manzella aggiunge: “Il modus operandi è sempre lo stesso (“sappiamo che ti sarà restituito il tutto, ma dobbiamo sequestrare”).
E conclude: “Il mio intervento potrebbe sembrare una presa di parte per i Cacciatori, ma non è così. Rivolgo un invito agli organi preposti al controllo, anche per evitare sperpero di tempo, denaro pubblico e privato, di operare con la consapevolezza del buon padre di famiglia”

 

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