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Il cacciamine Vieste localizza a 1200 metri di profondità la corazzata Roma a 75 anni dall’affondamento

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Ricorre oggi il 75 anniversario dell’affondamento della Corazzata Roma e dei Cacciatorpediniere Da Nola e Vivaldi, avvenuto a nord della Sardegna il 9 settembre del 1943, a seguito di un attacco aereo tedesco. Proprio per questi eventi con Decreto Legge nr.260 del 27 maggio 1949 e’ stata disposta l’istituzione della “Giornata della Memoria dei Marinai Scomparsi in Mare”, che la Marina militare italiana celebra ogni anno a Brindisi (presso il Monumento al Marinaio d’Italia) e a Porto Torres (a terra e in mare in vicinanza del punto d’affondamento), a perenne ricordo del sacrificio dei marinai militari e civili scomparsi in mare.
Quest’estate, in luglio ed agosto proprio per rendere onore al sacrificio di quei marinai, il cacciamine Vieste della Marina ha condotto attivita’ di ricerca per rilocalizzare il relitto dell’unita’ Ammiraglia della Regia Marina. Lo scafo affondato della Corazzata Roma, divenuto Sacrario militare e custode delle spoglie di 1.393 mariani periti in mare, era stato infatti gia’ localizzato nel 2012 dopo decenni di ricerche ad oltre 1.200 metri di profondita’ ed a circa 16 miglia dalla costa del Golfo dell’Asinara, proprio nel nord della Sardegna. Per la prima volta nella storia, grazie all’ausilio della tecnologia che contraddistingue i veicoli autonomi filoguidati in dotazione a bordo di nave Vieste, sono stati individuati diversi tronconi del relitto, risultati capovolti e, in taluni casi insabbiati, all’interno del profondo canyon di Castelsardo, su un fondale particolarmente impervio e roccioso.
Le attivita’ svolte da nave Vieste hanno tra l’altro portato alla luce numerosi eccezionali dettagli dello scafo e delle sovrastrutture, come ad esempio la parte poppiera, la parte prodiera dove vi e’ la presenza di uno dei cilindri “Pugliese” – impiegato al tempo per l’assorbimento delle esplosioni subacquee – nonche’ le sovrastrutture di centro-nave come la plancia comando, la timoneria, la stazione segnali, le torri contenenti armi di medio e grosso calibro, una slitta della catapulta di poppa per il lancio degli idrovolanti da ricognizione tipo RO43, una batteria anti-aerea composta da 6 cannoni, i telemetri e la “plancia ammiraglio”, quest’ultimo il luogo simbolo della Corazzata Roma dove l’Ammiraglio Bergamini imparti’ gli ultimi ordini il 9 settembre 1943, prima di compiere il suo gesto eroico affondando con la nave.
Queste incredibili immagini ad alta risoluzione sono state catturate in tempo reale dal veicolo subacqueo del Vieste che opera ad alte profondita’, fino a quote superiori ai 1.500 metri, mediante l’ausilio di una consolle gestita dal personale specializzato della Marina a bordo della nave. Questa attivita’ ha una fortissima valenza duale e complementare a conferma delle capacita’ che la Marina puo’ mettere a disposizione della collettivita’, delle sovrintendenze, del mondo della ricerca, del mondo accademico e delle istituzioni.
L’importanza storica della ricerca condotta e’ l’ennesima testimonianza dell’impegno inoltre della forza armata nel mantenimento della memoria storica del passato e del ricordo dei marinai caduti nell’adempimento del proprio dovere, uomini che hanno sacrificato la propria vita al servizio del nostro Paese
La Corazzata Roma e’ stata una nave da battaglia appartenente alla classe Littorio, simbolo dell’eccellenza della cantieristica bellica italiana dei primi anni del secolo scorso. Costruita dai Cantieri Riuniti dell’Adriatico e consegnata alla Regia Marina il 14 giugno 1942, fu danneggiata da un bombardamento aereo statunitense quasi un anno dopo mentre era alla fonda a La Spezia. I danni subiti in tale circostanza la costrinsero a tornare operativa solamente il 13 agosto 1943.
Il 9 settembre del 1943, in seguito all’annuncio della firma dell’armistizio dell’8 settembre, tutte le unita’ navali presenti a Genova e alla Spezia, al comando dell’Ammiraglio Bergamini, presero il mare per non rischiare di finire in mano tedesca. Ma nel pomeriggio di quello stesso giorno la formazione navale divenne bersaglio dei bombardieri tedeschi e in 28 minuti la nave ammiraglia, per una tragica fatalita’ dovuta all’esplosione di una bomba radiocomandata all’interno del deposito munizioni della Torre B da 381 mm, colo’ a picco con tutto il suo equipaggio, oltre 1200 marinai persero la vita, compreso l’Ammiraglio Bergamini e gran parte del suo Stato Maggiore. (fonte: InfoOggi)

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