La mostra, allestita nell’androne del Palazzo di Città, rimarrà aperta fino a sabato, 10 marzo.
Il manifesto della mostra pone in risalto le peculiarità delle Donne Ribelli, quelle donne dalla vita appassionata, a volte denunciate, arrestate, esiliate, maltrattate, uccise, che ce l’hanno fatta in epoche en più ostili della nostra, nonostante gli ostacoli; donne che si sono distinte in diversi ambiti, dai diritti civili allo sport, passando per la scienza, la medicina, l’arte, il cinema, la musica; donne ribelli, determinate, coraggiose, scomode, vagabonde, che hanno realizzato i loro sogni con la volontà, l’abilità, il talento e la protervia in un mondo apertamente ostile, fatto di soli uomini; donne… che hanno cambiato il mondo”.
La violenza alle donne solo da pochi anni è diventato tema e dibattito pubblico, mancano politiche in contrasto alla violenza alle donne, ricerche, progetti di sensibilizzazione e di formazione. Le ricerche compiute negli ultimi dieci anni dimostrano che la violenza contro le donne è endemica, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali, e a tutti i ceti economici. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali da parte di un uomo nel corso della sua vita. E il rischio maggiore sono i familiari, mariti e padri, seguiti dagli amici: vicini di casa, conoscenti stretti e colleghi di lavoro o di studio.
Da diverse ricerche emerge che la violenza di genere si esprime su donne e minori in vari modi ed in tutti i paesi del mondo. Esiste la violenza domestica esercitata soprattutto nell’ambito familiare o nella cerchia di conoscenti, attraverso minacce, maltrattamenti fisici e psicologici, atti persecutori o stalking, percosse, abusi sessuali, delitti d’onore, uxoricidi passionali o premeditati. Una forma di violenza contro le donne è la violenza economica che consiste nel controllo del denaro da parte del partner, nel divieto di intraprendere attività lavorative esterne all’ambiente domestico, al controllo delle proprietà e al divieto ad ogni iniziativa autonoma rispetto il patrimonio della donna. I bambini e gli adolescenti, ma in primo luogo le bambine e le ragazze adolescenti sono sottoposte all’incesto e i minori in una famiglia nella quale è presente il maltrattamento sono vittime di violenza assistita.
Le donne sono esposte nei luoghi pubblici e sul posto di lavoro a molestie sessuali ed abusi sessuali, a stupri e a ricatti sessuali. In particolare verso le lesbiche vengono praticati i cosiddetti “stupri correttivi”. In molti paesi le ragazze giovani sono vittime di matrimoni coatti, matrimoni riparatori e/o costrette alla schiavitù sessuale, mentre altre vengono indotte alla prostituzione forzata e/o sono vittime di tratta. Altre forme di violenza sono le mutilazioni genitali femminili o altri tipi di mutilazioni come in un recente passato le fasciature dei piedi, lo stiramento del seno, le cosiddette “dowry death” (morte a causa della dote), l’uso dell’acido per sfigurare, lo stupro di guerra ed etnico.
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