VIESTE – “Mi sono svegliato e non riuscivo più a muovermi”, la storia a lieto fine di Giovanni
Sta bene ed è ricoverato presso l’Unità di Medicina fisica e Riabilitativa diretta da Domenico Intiso, l’uomo di 52 anni sottoposto a fine agosto a un delicato intervento multidisciplinare presso l’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza. Era giunto in Pronto Soccorso accusando dolori alla schiena e difficoltà motorie che nascondevano multiple raccolte ascessuali a livello paravertebrale, del collo e del torace, con coinvolgimento del mediastino.
«Accusavo da diverso tempo forti dolori alle ossa – ha raccontato Giovanni, originario di Vieste –. Un male lancinante che non mi permetteva più nemmeno di riposare di notte. Il 20 agosto mi sono svegliato e non riuscivo più a muovermi né a poggiare i piedi a terra, così ho deciso di recarmi al Pronto Soccorso di Casa Sollievo».
Valutato dai medici dell’Unità di Neurochirurgia, diretta da Leonardo Gorgoglione, Giovanni è stato sottoposto a risonanza magnetica, ma il forte dolore cervicale e brachiale sinistro ne ha impedito l’esecuzione; si è provveduto quindi a effettuare una TAC Cranio-Torace, che ha evidenziato raccolte ascessuali localizzate a livello paravertebrale, cervicale e toracico, con interessamento del mediastino e un sospetto clinico di sepsi.
«La raccolta di ascessi in mediastino, cioè nello spazio compreso tra i due polmoni – ha spiegato Michele Piazzolla, chirurgo presso l’Unità di Chirurgia Toraco Polmonare, diretta da Marco Antonio Bizzarri –, è detta mediastinite, ed è una delle urgenze assolute in chirurgia toracica».
In seguito alla valutazione combinata dell’Unità di Neurochirurgia, Chirurgia Toraco Polmonare, Chirurgia Maxillo Facciale e Otorinolaringoiatria, quest’ultima diretta da Lazzaro Cassano, si è deciso di intervenire in tempi brevissimi.
«In sala operatoria è stato subito riscontrato un problema anestesiologico – ha continuato Piazzolla –: per le procedure di chirurgia toracica è indispensabile eseguire un’intubazione selettiva dell’albero bronchiale ed è perciò stato inserito un tubo endotracheale in uno dei bronchi per garantire la ventilazione di un solo polmone. A quel punto, si è provveduto a eseguire una cervicotomia per drenare l’ascesso cervicale, seguita da una toracotomia per drenare le raccolte endotoracica e mediastinica. Infine, i colleghi neurochirurghi sono intervenuti per completare il drenaggio della raccolta paravertebrale».
La procedura, durata oltre sei ore, ha richiesto un impegno multidisciplinare continuo e coordinato. La fase ORL e Maxillo-Facciale è stata eseguita dal chirurgo Umberto Riccelli, con il supporto dei chirurghi toracici Michele Piazzolla e Doroty Sampietro, che hanno successivamente gestito anche la parte toracica dell’intervento. La procedura neurochirurgica è stata infine condotta dai chirurghi Cristiana Altamura e Luciano Savarese.
«Durante l’intervento – ha proseguito il chirurgo toracico – è stata anche rilevata una raccolta flemmonosa, cioè purulenta, a livello sotto muscolare della parete toracica e, all’apertura del cavo pleurico, abbiamo constatato che il polmone era compresso e bloccato da un ispessimento della membrana pleurica proprio a causa di questa raccolta».
A fine intervento, completamente riuscito, il paziente è stato trasportato presso l’Unità di Anestesia e Rianimazione 1, diretta da Pasquale Vaira, e il quadro è risultato subito in miglioramento. Dopo poche settimane Giovanni è stato quindi trasferito presso l’Unità di Chirurgia Toracica al fine di stabilizzare il quadro settico e, da fine settembre, è in Medicina fisica e Riabilitativa per un personale iter di riabilitazione.
<Finalmente adesso sto bene – ha concluso Giovanni –. Certo la riabilitazione è difficile e a tratti dolorosa, ma non vedo l’ora di tornare a camminare autonomamente. Posso solo ringraziare l’intera equipe chirurgica e riabilitativa che mi ha riportato alla normalità: sono dei professionisti davvero speciali».