Quello approvato, come detto, è un progetto di fattibilità tecnica ed economica, redatto dall’ing. Mauro Giuseppe Nista, con studio a Lesina e prevede una spesa complessiva di ben 4 milioni e 100 mila euro. Leggendo la relazione tecnica che accompagna il progetto, si evince che l’intervento di dragaggio previsto in progetto interessa un’area estesa circa 180.656 mq, di cui una prima quota parte pari a 60.066 mq individuata dal bacino di avamporto, ed una seconda di 120.590 mq costituita dalla darsena vera e propria, dove stazionano natanti di medie e piccole dimensioni.
Nella zona di avamporto si distinguono due zone con batimetriche diverse, la zona ricompresa tra il canale di accesso, l’imbocco nella darsena e il molo di sbarco dei
traghetti presenta battenti idrici (fondali) maggiori dovuti anche alla movimentazione delle imbarcazioni in ingresso e in uscita, mentre la restante quota parte presenta battenti
idrici che vanno via via riducendosi avvicinandoci a Punta Santa Croce.
Allo stesso modo all’interno della darsena si distinguono una zona con maggior battente idrico coincidente con la zona di stazionamento e manovra dei pescherecci lungo il molo di San Lorenzo, mentre la restante parte si caratterizza con battenti idrici che progressivamente vanno riducendosi man mano che ci si avvicina alle banchine,
raggiungendo anche profondità di soli 1,50 m .
Il Dragaggio Ambientale garantirà:
Per garantire tutto ciò, il dragaggio sarà eseguito con draga meccanica ambientale, di tipo Ecograb a benna mordente a chiusura ermetica, che realizza un profilo di scavo secondo piani orizzontali, montata su motopontone e/o su motonave. Il piano di gestione dei sedimenti ha previsto che tutte le sabbie presenti sia nell’avamporto che all’interno della darsena sono idonee per il ripascimento. Sono state individuate lungo la costa diverse zone idonee per il ripascimento. Una prima
zona è quella rappresentata dalla vicina spiaggia del centro storico (Marina piccola, ndr), zona attualmente oggetto di erosione, che potrà beneficiare della ricostituzione di una spiaggia storica interna al centro abitato. L’altra zona è quella della spiaggia lunga che si diparte a sud
est del porto e inizia dal Pizzomunno (Scilarara, ndr), area con presenza di lidi balneari le cui attività economiche beneficerebbero dell’intervento.
In ogni caso a scopo preventivo, vista che la campagna di indagini sarà resa esaustiva solo nella fase di redazione del progetto definitivo, si è ipotizzato che ci sia una minima quantità di sabbie pari al 5% di quella da estrarre all’interno della darsena con presenza di inquinanti che dovrà essere trattata e trasportata in discarica. In questa zona molto probabilmente si utilizzerà per dragare una sorbona montata su mezzi marittimi con scarico del materiale a terra all’interno di contenitori a chiusura
ermetica, con scarico delle acque all’interno della darsena delimitata e chiusa con barriere antinquinanti.
Volume totale da dragare: 210.856 mc.
Ad ultimazione delle operazioni di dragaggio all’interno del porto saranno ristabiliti i battenti idrici come da progetto originario per cui saranno interamente rimosse le
limitazioni alla navigazione e/o transito e ormeggio oggi in vigore riacquistando la piena operatività del porto.
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