GarganoTv
L'informazione sempre a portata di mano

Equitalia pignora conti correnti in banca – Allarme di Confesercenti

966
Roma, 3 gennaio 2012. Equitalia
Roma, 3 gennaio 2012. Equitalia

Equitalia Foggia scatenata nella caccia all’impresa e alla famiglia. In poche settimane, centinaia di pignoramenti presso terzi (soprattutto banche) stanno mettendo in ginocchio l’economia delle piccole e medie imprese nonché di tanti nuclei familiari. Un nuovo allarme sociale a cui le istituzioni e il mondo politico non possano guardare in silenzio se vogliono evitare conseguenze ancora peggiori. Le imprese e le famiglie non sono numeri per carriere dirigenziali o budget gestionali. Sono la forza viva di un territorio che non può essere tartassata ancora più nel momento in cui ci sono provvedimenti che dovrebbero fermare questi attacchi”. Sono le paure del vicepresidente provinciale di Confesercenti Foggia, Alfonso Ferrara, e del responsabile dell’Ufficio legalità della Associazione di Categoria, Franco Arcuri, a margine del fenomeno che sta gettando nel panico gli operatori della Capitanata.

Cosa si sta verificando? Commenta Ferrara: “Accade che Equitalia sta causando il default di moltissime attività e famiglie. Dopo tanti anni di crisi, di freno imposto dal credito, la provincia di Foggia non può tollerare l’attacco lanciato da Equitalia. In pratica, nel momento in cui un’azienda o una famiglia ritarda il pagamento del proprio piano di rateizzazione con Equitalia, la stessa fa scattare i pignoramenti presso terzi, in modo particolare bloccando i conti correnti presso le banche. Un’azione di disturbo che, di fatto, paralizza l’attività delle imprese, impossibilitate a poter lavorare e, nello stesso tempo, anche a pagare quanto dovuto a Equitalia». Una “repressione” che ha anche altre conseguenze”

Riprende il vicepresidente di Confesercenti Foggia: “Sì, perché gli istituti di credito di conseguenza bloccano le istruttorie degli affidamenti e la routine gestionale del rapporto con il cliente rendendo la situazione ancora più grave. Insomma, una sorta di cane che si morde la coda e che, in poco tempo, prima mette in coma le piccole imprese e poi alla morte”.

Questa la conseguenza della riammissione alle rateizzazioni decadute, concessa nel secondo semestre 2015 che per una imperfezione ha creato una disparità di diritti fra i contribuenti, peraltro convinti di aver riacquisito la rateizzazione con la possibilità di avere 8 (otto) rate anche non consecutive da poter eventualmente sospendere i pagamenti.

Invece, secondo Equitalia, chi non paga la seconda rata del proprio programma di rateizzazione (e non otto come a conoscenza dei contribuenti) s’imbatte nella raffica di pignoramenti di ogni genere che ottiene come unico risultato quello di paralizzare imprese e famiglie impedendo di far fronte ai propri impegni. «Un problema questo – aggiunge Arcuri – preso in considerazione anche dall’Amministratore Delegato di Equitalia che ha chiesto al Governo di intervenire disciplinando meglio la materia del contendere e riaprire urgentemente le rateizzazioni decadute. E invece a Foggia non si tiene conto di questi indirizzi peraltro già applicati in altre parti d’Italia e si preferisce perseguire i più deboli di questa crisi sempre latente che sono le piccole e medie aziende e le famiglie. E’ assurdo che a Foggia, Equitalia sia sorda e cieca alle evidenti necessità del territorio notoriamente fanalino di coda dell’Italia».

E’ bene ricordare che solo chi in questi anni non si è nascosto “può avere affanno nel puntuale pagamento delle rate nei confronti di Equitalia”. Un problema sempre più diffuso che ha indotto Confesercenti Foggia a istituire un apposito sportello di consulenza e gestione di queste pratiche. «Con l’auspicio – concludono Ferrara e Arcuri – che, in Capitanata, questo problema venga affrontato e risolto. In caso contrario, molte aziende sono destinate a morire per un fallimento voluto dalla cecità istituzionale».

Get real time updates directly on you device, subscribe now.

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per inviarti pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca su “Maggiori informazioni”. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando su "Si, accetto" acconsenti all’uso dei cookie. SI, ACCETTO Maggiori informazioni

404